7. ISTRUZIONE E FORMAZIONE

Scuola
1. Le città per l'infanzia.
2. Le città per l'integrazione e l'inclusione.
3. Le città per la formazione continua e la cittadinanza
4. Le città della cultura
Formazione e Lavoro
5. Formazione Professionale
6. Lavoro
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Sergio Berisso Thu 5 Mar 2015 4:37PM
Invece sull'articolo 33 della costituzione italiana sono d'accordo.
Ma non entro in discussioni ideologiche, non mi interessano.
L'unica cosa che conta e che mi interessa è che scuola ed università sono importanti, fondamentali per il futuro.
Specie per una regione "vecchia" e con "giovani in fuga" come la Liguria.
Tarek Amedeo Erraqui Thu 5 Mar 2015 4:58PM
Molto interessante il tema dell'utilizzo di pannelli solari nelle scuole, si potrebbe proporre di dotare di impianti fotovoltaici tutte le scuole liguri o perlomeno una parte consistente, anche in relazione alle risorse finanziarie disponibili.
Sul tema degli insegnamenti importante è l'introduzione dell'educazione sentimentale nelle scuole per contrastare l'ignoranza dei giovani sul tema della contraccezione e la crescita dell'omofobia nella nostra società.

Sergio Berisso Thu 5 Mar 2015 5:09PM
Si, con pannelli solari si potrebbe avere energia elettrica e riscaldamento, acqua calda (con altri impianti tipo questi http://www.fotovoltaicosulweb.it/guida/gli-impianti-solari-termici-combinati.html)
Probabilmente un progetto "scuole eco-sostenibili ed auto-sufficienti dal punto di vista energetico" potrebbe ricevere finanziamenti anche da fondi statali e fondi europei.

Sergio Berisso Thu 5 Mar 2015 5:09PM
Cultura, educazione sentimentale, psicologia, sociologia potrebbero essere di aiuto sia contro violenza, omofobia sia nella crescita delle persone in fasi "difficili" della pubertà. Compresa la vita sessuale.

Stefano Gaggero Fri 6 Mar 2015 2:20PM
Concordo sull'abolizione di quelli che di fatto, pur se indiretti, sono contributi pubblici alle scuole private. Se ho letto bene, sul bilancio regionale pesano per qualche milione, che potrebbe essere meglio destinato al rafforzamento della scuola pubblica. Se ci sono buchi nella rete scolastica regionale, non possiamo immaginare una supplenza da parte delle scuole paritarie.
Sul tema della messa in sicurezza ed efficienza energetica degli edifici scolastici, bisognerebbe capire se è possibile investirci dei fondi europei e come. Nel caso potrebbe essere una priorità del FESR 2014-2020 (Fondo europeo di sviluppo regionale). Su questo dovrei informarmi… forse @silviapedemonte o @francescoscriva sanno di più…

Silvia Pedemonte Fri 6 Mar 2015 2:32PM
Ad oggi non ho ancora letto il piano relativo al FESR 2014-2020, ci sarà una presentazione il 23 marzo; non so quindi quanto sia stato dedicato all'efficientamento energetico di pubblici edifici.
Il Muvita ha puntato sui condomini intelligenti http://www.muvita.it/2015/02/13/condomini-intelligenti-allanaci-day-2015/ ma lì il funzionamento è completamente diverso, ma comunque interessante.

Sergio Berisso Fri 6 Mar 2015 3:05PM
@stefanogaggero @silviapedemonte @francescoscriva
nelle priorità
http://ec.europa.eu/europe2020/europe-2020-in-a-nutshell/priorities/index_it.htm
obiettivi
http://ec.europa.eu/europe2020/europe-2020-in-a-nutshell/targets/index_it.htm
iniziative prioritarie
http://ec.europa.eu/europe2020/europe-2020-in-a-nutshell/flagship-initiatives/index_it.htm
dovrebbero starci interventi anche per migliore efficienza energetica, perché siano autosufficienti (vedi riscaldamento e produzione energia elettrica)
Un po' tutti gli edifici pubblici, quindi anche le scuole.
Nel piano regionale
http://www.fasi.biz/it/component/incentives/program/71-liguria-programma-operativo-regionale-por-fesr-2014-2020.html
poi forse gli interventi per edifici "intelligenti", produzione di energia potrebbero anche favorire l'economia locale, la nascita, crescita, sviluppo di aziende che si occupano di high tech applicato ad edifici, domotica, impianti ad energia solare ...
Odio il burocratese ed i "piani programmatici"
(della regione :-) ma se volete cerco di aiutarvi nella selva burocratica.

Francesco Scriva Fri 6 Mar 2015 3:48PM
Sul tema della messa in sicurezza e gestione degli edifici scolastici sto preparando un documento che inserirò nei prossimi giorni.
Sulla questione degli impianti fotovoltaici ed in generale sul ricorso alle fonti rinnovabili, come dipendente dell’Area Edilizia della Città Metropolitana di Genova (ex Provincia di Genova) - ente competente per la manutenzione delle scuole superiori - aggiungo alcune informazioni.
Nel corso degli ultimi anni sui ns edifici scolastici sono stati installati 16 impianti fotovoltaici e n. 6 impianti solari termici; per alcuni di essi (12 impianti) si è riusciti ad accedere ai benefici economici previsti dalla normativa (incentivo conto energia e compensazione per scambio sul posto) per una durata di 20 anni (con entrate pari ad un importo medio annuo complessivo di circa 50.000 euro).
Gli investimenti si sono potuti effettuare solo grazie ai cofinanziamenti regionali (P.O.R. LIGURIA (2007-2013) ASSE 2 – ENERGIA) che hanno finanziato circa il 50% degli interventi.
Per questo motivo spero vivamente che il piano FESR 2014-2010 preveda finanziamenti in tal senso (anche io non ho ancora letto niente), sicuramente la Regione potrà incidere.
Purtroppo però segnalo che rispetto agli anni precedenti il contesto normativo-tecnico-finanziario è decisamente mutato per i seguenti motivi :
• gli eventuali bandi di finanziamento prevedono sempre quote di co-finanziamento che gli enti locali al momento non sono in grado di sostenere per i tagli subiti a livello nazionale e per il rispetto del patto di stabilità
• i benefici e gli incentivi nazionali si sono ridotti in modo rilevante, facendo diventare l’installazione degli impianti non più così economicamente vantaggiosa.
• Le priorità in materia di edilizia scolastica sono diventate decisamente altre : a) L’adeguamento degli edifici entro il 31 dicembre 2015 alle norme in materia di prevenzione incendi (D.P.R. 151/2011) ed in generale per la sicurezza sui luoghi di lavoro (D.Lgs. 81/2008), attraverso interventi di manutenzione straordinaria e b) La realizzazione di interventi di manutenzione ordinaria per assicurare la funzionalità di tutte le attività presenti negli edifici per garantire il rispetto degli standard minimi di sicurezza ed il mantenimento in efficienza degli impianti e delle strutture.
In generale, sulla base della ns esperienza, credo che la tematica sia giustamente da considerare come una priorità ma tenendo ben presenti le difficoltà tecniche legate alle caratteristiche attuali del patrimonio immobiliare scolastico che, almeno per il territorio provinciale genovese, è costituito in larga parte da edifici costruiti negli anni 60-80 (a Genova anche molti anni prima trattandosi di edifici/ville storiche), periodi in cui gli aspetti energetici non venivano minimamente considerati, o in edifici storici vincolati, dove risulta particolarmente difficile o impossibile intervenire.
Per questi motivi mi sento di dire che realisticamente occorre partire dall’adozione di strategie di energy management, investendo sulla riqualificazione degli impianti termici e sull’adozione di forme contrattuali che favoriscano il risparmio energetico anche attraverso sistemi incentivanti per il manutentore (come avviene nel ns ente con il contratto di global service dove abbiamo ottenuto una riduzione media dei consumi energetici del 18,40% nell’ultimo triennio per un risparmio di circa 900.000 euro);
Altre tipologie di interventi vanno sicuramente a migliorare la situazione (sostituzione serramenti, fonti rinnovabili, capotto termico, ecc.) ma scontano purtroppo l’elevato costo iniziale con tempi di ritorno economico molto lunghi, aspetto non trascurabile in tempi di scarsità di risorse finanziarie come quelli attuali.
Come dipendente di un’area tecnica di un patrimonio immobiliare di circa 175 edifici e per un volume di circa 1.800.000 mc ritengo non ci siano al momento le condizioni oggettive, se non per gli edifici di nuova costruzione, per perseguire obiettivi come “scuole eco-sostenibili ed auto-sufficienti dal punto di vista energetico” o “in grado di produrre reddito”.

Guglielmo Oliveri Fri 6 Mar 2015 4:32PM
A proposito di concedere degli sgravi fiscali a chi iscrive il proprio figlio ad una scuola privata: noi cittadini paghiamo un'imposta perchè lo Stato ci fornisca un servizio; chi non si avvale di questo servizio (l'istruzione pubblica) deve comunque essere tenuto a pagare la totalità di quest'imposta come anche chi non usufruisce, per esempio, di una pensione di invalidità è comunque tenuto a pagare l'imposta per consentire allo Stato di garantire quel servizio. Oltretutto ciò dovrebbe anche funzionare come incentivo ad iscrivere il proprio figlio ad una scuola pubblica. Infine, mentre la scuola pubblica, in quanto servizio, non mira al guadagno economico per lo Stato, la scuola privata in quanto tale mira proprio a produrre maggior ricchezza possibile per il suddetto privato.
Lorena Lucattini Tue 10 Mar 2015 3:17PM
Buongiorno Mi ricollego a quanto detto da Nicoletta, molte parole sono state spese e probabilmente non aggiungo nulla di nuovo, ma personalmente credo che, soprattutto in tempi di tagli e crisi, i soldi, pochi, che ci sono debbano andare a finanziare la scuola pubblica e non quella parificata. Credo che la scelta fra le scuole pubbliche sia ancora ampia, pertanto laddove uno sceglie la privata non debba aspettarsi benefit dallo stato. Il discorso potrebbe essere diverso laddove sul territorio lo stato non ha messo a disposizione strutture pubbliche e dunque in mancanza uno sia costretto ad andare, per comodità, in strutture private, ma non si può pensare di elargire denaro alle scuole private, quando manca per le pubbliche. L'edilizia scolastica è ormai fatiscente nella gran parte dei casi, molte scuole sono anguste, piccole e buie e sono carenti di attrezzature sportive adeguate, mentre vi sono scuole private che possono permettersi di offrire servizi eccellenti grazie alle rette, agli sgravi fiscali e ai finanziamenti comunque pubblici che ricevono.
Lorena Lucattini Tue 10 Mar 2015 3:23PM
Aggiungo, inoltre, che negli ultimi anni, specie nelle scuole superiori, si tende a gestire l'allievo come un numero che può far riconoscere alla scuola sovvenzioni o meno, pertanto, lentamente, anche nel pubblico si sta perdendo di vista il fine ultimo della scuola: l'istruzione dei ragazzi e si tende a procacciare alunni per fare numero. Un tipo di gestione contrario a quello che è il fine ultimo della scuola come la intendo io, un modello alla Don Milani, dove si tende ad essere poco competitivi, ma ad aiutare tutti ad amare l'istruzione e la cultura nella maniera più inclusiva possibile. Gli allievi non devono essere numeri che ce la fanno o no, ma ragazzi da educare. Un tempo la nostra scuola pubblica si ispirava a questi principi

Francesco Scriva Sat 21 Mar 2015 4:09PM
EDILIZIA SCOLASTICA Espongo una sintesi, per quanto mi è stato possibile vista la complessità della materia, delle analisi, considerazioni e proposte preparate insieme alla mia collega Roberta Burroni, con cui da molti anni condivido le problematiche e le responsabilità nel settore dell’edilizia scolastica.
Per chi volesse approfondire la tematica allego il ns documento completo, in cui sono evidenziati con maggior dettaglio i vari punti nonché l’esperienza e la situazione attuale degli edifici di competenza dell’ex Provincia di Genova (ora Città Metropolitana).
FUNZIONI ISTITUZIONALI E RUOLI:
Gli enti competenti per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici sono la Città metropolitana/Province, per le scuole di istruzione secondaria superiore ed i Comuni, per le scuole di istruzione primaria e secondaria inferiore, mentre la Regione svolge ruoli di programmazione e gestione di eventuali finanziamenti.
In materia di sicurezza sul lavoro i soggetti responsabili sono il dirigente scolastico, che configurandosi come datore di lavoro deve assolvere agli “obblighi di carattere gestionale relativi alla titolarità dell’attività” previsti dalla normativa sulla sicurezza e di prevenzione incendi e gli enti locali competenti, che devono assolvere “gli obblighi relativi agli interventi strutturali e di manutenzione”
OBBLIGHI NORMATIVI IN MATERIA DI PREVENZIONI INCENDI E SICUREZZA
Le norme vigenti in materia di prevenzione incendi prevedono l’obbligo di adeguamento degli edifici scolastici entro il 31 dicembre 2015.
In particolare le attività scolastiche devono essere in possesso del certificato di prevenzione incendi (CPI) o aver presentato presso i VVF la Segnalazione Certificata Inizio Attività (SCIA) in cui il titolare dell’attività, sulla base delle asseverazioni di tecnici abilitati ed idonee certificazioni di supporto, segnala il rispetto delle prescrizioni previste dalla normativa assumendosi la responsabilità della messa in esercizio e della regolare conduzione della propria attività.
CRITICITÀ TECNICHE, ORGANIZZATIVE-GESTIONALI E FINANZIARIE
Nonostante decenni di proroghe per i termini di adeguamento e le risorse e competenze investite, a livello nazionale solo il 17,7% degli edifici (dati 2012 MIUR) risulta in possesso del relativo certificato di prevenzione incendi (CPI) o della SCIA di prevenzione incendi; ciò a causa di problemi stratificatisi nel corso dei decenni passati, così riassunti:
1) Vetustà degli edifici e presenza di vincoli : la maggior parte degli edifici scolastici è stato costruito in periodi antecedenti (prima del 1900 e nel periodo 1960-1980) alle principali normative in materia di sicurezza (prevenzione incendi, norme tecniche per le costruzioni, sismica, ecc.) oltre a dover considerare che molti edifici sono caratterizzati come edifici storici vincolati.
2) Impossibilità sostanziale, su un territorio come quello ligure in generale, e provinciale in particolare, a realizzare interventi di costruzione di nuovi plessi scolastici.
3) Difficoltà tecniche all’adeguamento delle strutture, degli impianti, delle vie di esodo, ecc. in rapporto alle variabili esigenze delle attività scolastiche (modifica numero alunni, l’uso di spazi a rischio specifico come archivi, laboratori, ecc.) che comportano l’aggiornamento del CPI o la presentazione di nuove SCIA.
4) Difficoltà a garantire una continua e puntuale manutenzione ordinaria, in particolar per gli aspetti di prevenzione incendi a causa di sempre più rilevanti obblighi di adeguamento e controlli tecnico-normativo (visite periodiche e programmate a scadenza di legge), la crescente complessità tecnologica delle strutture e degli impianti, l’inadeguato stato di conservazione degli immobili.
5) Carenza numerica e qualitativa di personale, fortemente accentuata a causa dei limiti alle assunzioni.
6) Scarsa sensibilità ad investire sulla manutenzione ordinaria preventiva e programmata, eccessivo frazionamento dei contratti di manutenzione con conseguenti maggior costi per le procedure tecnico-amministrative per la gestione dei rapporti con una molteplicità di imprese, scarsa conoscenza dello stato fisico, strutturale, manutentivo e di messa a norma degli edifici a causa della mancanza di anagrafi e rilievi.
7) Mancanza di risorse finanziarie, a causa dei progressivi e pesantissimi tagli ai bilanci degli enti locali abbinati ai vincoli legati al rispetto del “patto di stabilità” che hanno di fatto reso impossibile finanziare nuovi interventi di adeguamento normativo e nel contempo sostenere i costi della manutenzione e dei controlli.
Il combinato disposto di tutte le criticità sopra illustrate, rende evidente come anche l’ennesima scadenza del 31 dicembre 2015 non potrà essere di fatto rispettata, con il rischio di chiusura dell’attività negli edifici scolastici sprovvisti di CPI/SCIA oppure, in caso di continuazione dell’esercizio, di essere soggetti alle sanzioni civili e penali conseguenti.
Per gli edifici di competenza dell’ex Provincia di Genova – ora Città Metropolitana- circa il 55% degli edifici risulta ancora privo del CPI/SCIA.
CONSIDERAZIONI FINALI E PROPOSTE
Proposte in ambito regionale
1) Creazione di una Tavolo Istituzionale per una gestione condivisa, coordinata e unitaria degli enti competenti in materia di edilizia scolastica (Regione, Comune, Città Metropolitana, Province, unioni di comuni), anche con la costituzione di strutture ad hoc, avviando a livello territoriale percorsi per una razionalizzazione nella gestione degli immobili e degli spazi destinati all’edilizia scolastica, attraverso :
a) l’individuazione condivisa di plessi scolastici territoriali, anche trasversali alle diverse competenze istituzionali, al fine di razionalizzare la spesa dei singoli enti favorendo investimenti più mirati ed efficaci in termini di adeguamento normativo, minori costi in termini di gestione manutentiva ordinaria nonché il superamento delle locazioni passive degli stessi enti.
b) la definizione di un piano di investimenti trasversale e condiviso mediante l’utilizzo di finanziamenti statali, regionali ed eventualmente europei.
c) un confronto sui modelli di gestione manutentiva degli immobili adottati dai diversi enti, condividendo percorsi di valutazione delle diverse modalità adottate (gestione diretta o contratti global service) a seconda delle diverse situazioni organizzative, di personale e di condizioni degli edifici.
2) Piano straordinario di finanziamento regionale per l’edilizia scolastica, nell’ambito delle agevolazioni previste dalla normativa (es. mutui pluriennali con oneri di ammortamento a totale carico dello Stato, Banca europea per gli investimenti, Cassa depositi e prestiti Spa, ecc.), in quanto i finanziamenti nazionali attuali risultano assolutamente insufficienti allo scopo.
3) Informazione e sensibilizzazione per favorire lo sviluppo di una cultura della sicurezza rivolta agli amministratori, ai tecnici, agli operatori della scuola, agli studenti e alle famiglie.
4) Favorire a livello territoriale la gestione integrata ed unitaria dei servizi e dei lavori connessi agli edifici al fine di una razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica secondo le seguenti linee guida:
a) Investire sulla manutenzione preventiva e programmata che, come ormai dimostrato dagli ultimi eventi tragici relativi a crolli o incidenti avvenuti in altre realtà, rappresenta l’unica barriera per prevenire danni ben maggiori alle strutture e rischi per la sicurezza della popolazione, evitando di sostenere costi ben superiori per il ripristino e per l’adeguamento negli anni successivi.
b) sviluppo di una nuova progettazione dei servizi di manutenzione, basata su una visione unitaria dell’intero processo manutentivo (servizi e lavori) e ponendo come riferimento il “ciclo di vita di un sistema edilizio”.
c) Orientarsi verso strategie di facility management attraverso l’adozione di forme contrattuali che “affidino ad un unico soggetto l’intera responsabilità della gestione manutentiva dell’edificio in termini di raggiungimento di determinati livelli prestazionali” (cd. contratti di risultato). La scelta di esternalizzare i servizi di facility attraverso un Contratto di Global Service di manutenzione immobiliare può consentire di ottenere una serie rilevante di benefici organizzativi e operativi-gestionali (semplificazione e riduzione delle procedure con riduzione dei costi amministrativi, aumento qualitativo livello dei servizi, tempi d’intervento manutentivi certi, aumento soddisfazione dell’utenza, garanzia e supporto tecnico/normativo per lo svolgimento delle attività manutentive programmate in materia di prevenzione incendi e sicurezza, sinergie ed economie di scala con conseguenti riduzioni dei costi per i servizi e minor incidenza dei costi fissi e operativi, riorganizzazione più efficiente delle strutture interne, attraverso il reimpiego e la riqualificazione del personale a compiti di ispezione).
Proposte normative a carattere nazionale
1) come provvedimento a breve termine, sospendere l’applicazione della Legge 128/2013 che impedirà a gennaio 2016 la prosecuzione delle attività scolastiche per le quali non potrà essere predisposta la SCIA e l’asseverazione di adeguamento normativo entro il 31/12/2015, prevedendo piuttosto la verifica delle condizioni effettive sia strutturali che gestionali degli edifici/attività scolastiche verificandone “l’assenza di pericoli imminente” e consentendo loro di esercire in attesa del progressivo/completo adeguamento.
2) per gli edifici dove non sarà possibile raggiungere il completo adeguamento normativo, prevedere percorsi procedurali speciali per la realizzazione di interventi/misure indispensabili e necessari al il raggiungimento di condizioni di sicurezza minimali per addivenire ad una possibile apertura delle scuole.
3) Destinare una quota dell’8 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a diretta gestione statale per interventi di adeguamento normativo degli edifici scolastici.

Francesco Scriva Thu 9 Apr 2015 4:44PM
visto che il documento che avevo allegato era piuttosto corposo mi sono permesso, per far guadagnare tempo ai coordinatori di loomio, di preparare una sintesi anche graficamente più presentabile (il documento in word non riesco ad inserirlo, se serve mando via mail)
Valeria Ghiso Wed 29 Apr 2015 10:13AM
Il programma per l'istruzione a mio parere dovrebbe comprendere l'abolizione dei buoni scuola che favorisce la scuola privata. Sulla formazione professionale e l'alternanza scuola lavoro bisogna proporre risorse adeguate. Gli studenti attualmente no hanno ne meno i rimborsi de le spese e spesso i docenti tutorial lo devono fare senza compensi. In questi anni gli stanziamenti sono stati ridicoli r hanno messo in seria difficoltà gli istituti scolastici . Poi occorre vigilare perché l'alternanza scuola lavoro non diventi forza lavoro a costo zero per le imprese, specialmente quelle del lavoro stagionale che impiega gli studenti dei professioniali per il turismo.
Alessandra Gheri Wed 29 Apr 2015 10:55AM
Riguardo ai finanziamenti per gli interventi su fotovoltaico ed efficientamento energetico degli edifici scolastici: visto che a quanto ho capito leggendo rapidamente i vostri interventi non si può pensare al cofinanziamento pubblico, mancando anche i soldi per riparazione/manutenzione/manutenzione preventiva, perché non pensare al coinvolgimento di ESCo? Da Wiki: "Le Energy Service Company (anche dette ESCO) sono società che effettuano interventi finalizzati a migliorare l'efficienza energetica, assumendo su di sé il rischio dell'iniziativa e liberando il cliente finale da ogni onere organizzativo e di investimento. I risparmi economici ottenuti vengono condivisi fra la ESCO ed il Cliente finale con diverse tipologie di accordo commerciale." A quanto ne so ci sono formule nelle quali il cliente non deve pagare niente e la ESCo ci guadagna solo dal risparmio ottenuto. Non sarebbe una strada percorribile, soprattutto se è possibile coniugarla con l'accesso a fondi europei?
Alessandra Gheri Wed 29 Apr 2015 10:55AM
Ad esempio cercando in rete (ma conosco anche persone che hanno adottato queste soluzioni per il loro condominio): "Risparmio energetico a costo zero grazie alle ESCo
Numerose opportunità di risparmio energetico vengono tralasciate perché troppo onerose da finanziare, oppure perché considerate non essenziali. Ad esempio, ad un Comune possono mancare i fondi necessari per investimenti in efficienza energetica e impianti a fonti rinnovabili (in particolare, da quando vige il patto di stabilità), o invece un'azienda può considerare quello energetico un tema marginale rispetto alla propria attività principale. Più spesso ancora avviene che aziende ed enti pubblici non siano in grado di valutare i risparmi energetici ed economici conseguibili e soprattutto non siano a conoscenza delle opportunità che hanno a disposizione per affrontare questi problemi. Eppure oggi esistono imprese specializzate nella identificazione e conseguimento del risparmio energetico a costo zero per i committenti, le cosiddette Società di servizi energetici o ESCo." (http://www.nextville.it/Incentivi_e_Bandi/807/ESCo)
Sergio Berisso · Thu 5 Mar 2015 4:32PM
Guglielmo Oliveri " per quanto riguarda il CLIL sono rimasto perplesso dal fatto che il Ministero ci obbliga a partecipare a questo progetto ma non ci fornisce i mezzi per farlo " ... :-) ... hai ragione ad essere perplesso.
Come lascia perplessi la mancanza di fondi e regolare manutenzione degli edifici (regione ma anche ministero responsabile ?) Sugli edifici scolastici poi ci sarebbe da aprire un capitolo a parte. Pensa che potrebbero essere auto-sufficienti dal punto di vista energetico. E produrre pure reddito. Per esempio con https://www.facebook.com/EdificiEcosostenibili e pannelli solari (vedi Friburgo in Germania)