Loomio
Wed 1 Apr 2015 5:23PM

10. POLITICHE DI GENERE

RAS Rete a Sinistra Public Seen by 125

Occorre dotare la Regione di strumenti concreti per poter attuare iniziative che elimino quanto più possibile tutti quegli ostacoli ed impedimenti, anche di carattere culturale, che ancora non consentono la realizzazione di una parità sostanziale tra i generi.

LEGGI IL TESTO COMPLETO ONLINE E PARTECIPA ALLA DISCUSSIONE.

RB

Roberta Burroni Wed 8 Apr 2015 3:29PM

Quella del "doppio lavoro" delle donne è tema annoso e difficile da scardinare, ma amo la frase "anche il viaggio più lungo inizia con un primo passo"...vero è che a volte sembra di andare in retromarcia! Per questo bisogna resistere, essere realiste e non illuderci, ma crederci! Vi ringrazio per gli apprezzamenti e spero di riuscire anche a sviluppare qualcosa di meglio, dato che cerco di farlo all'interno della CM. Nelle tematiche delle pari opportunità occorre non dimenticarsi proprio delle persone più anziane che ormai nei luoghi di lavoro sono in tantissimi e le prime vittime delle possibili espulsioni e discriminazioni....magari traguardassi i 63/65 anni. Il mio è un caso emblematico di accesso al "posto fisso" in età avanzata ad ormai 35 anni dopo 5 anni di libera professione (architetto presso altri studi "a partita iva": una precaria quando di precariato non si parlava mai!). Riscattare i contributi e la laurea è sempre stato troppo costoso per i miei guadagni. Tentare i concorsi per me, professionista e madre è diventata una necessità, più che una scelta. Ma allo stato attuale in pensione ci potrò andare solo a 68 anni e 2 mesi, con neppure 40 anni di contributi: quindi mi attende una vecchiaia di povertà (la pensione integrativa con un mutuo di casa e un figlio ventenne da mantenere, proprio non ci sta!). Ma ho amici e colleghi che si sono stabilizzati a 40 anni e oltre: bisogna pensare adesso al loro futuro! Non è certo possibile ipotizzare che siano i figli a prendersi cura di noi: molti non hanno potuto neppure permetterseli ed ora l'età procreativa è finita. E poi i nostri figli che aspettative di lavoro avranno?!? Un'emergenza sociale a cui bisogna pensare da subito!

RB

Roberta Burroni Wed 8 Apr 2015 8:38PM

Uno primo spunto dal documento che sto predisponendo per la CM di Genova:
"Raccolta, analisi e monitoraggio dati: obiettivi misurabili"
(http://eige.europa.eu/content/gender-equality-index#/?country=IT)

SB

Sergio Berisso Thu 9 Apr 2015 6:06AM

@robertaburroni +1 :-)

Hai tutto il mio appoggio per le tue iniziative :-D

Sono assolutamente d'accordo con te con la condizione attuale dei 40enni
Alcuni nemmeno passati i 40 hanno condizioni stabili e prospettive di futura pensione.
E i figli, chi li ha :-) non potranno certo aiutare.
Come non possono aiutare adesso i 20-30-40enni che spesso sono invece aiutati a tirare avanti da famiglia, genitori (le loro pensioni)
E' una rete di supporto sociale che sta finendo.
E la condizione femminile, delle donne in quel frangente è pure peggiore :-(

MT

Michela Tassistro Thu 9 Apr 2015 7:05AM

Ho letto con attenzione i vostri contributi ed è stata una lettura interessante per approfondimento e proposta.
Aggiungo anche io un piccolo contributo declinato al servizio di cura e eelfare sociale
Ravviso sempre più l'obbligo di lavorare su politiche di welfare "attualizzate" ai tempi di vita e alla nuova composizione dei nuclei familiari, sempre più nuclei con individui da accudire in ipotesi di socialità diversa.
Il cohousing è una delle ipotesi più sostenibili ma difficili nella loro costruzione sia per le relazioni personali si per le infrastrutture necessarie da utilizzare.
Il nostro tentativo è disegnare una road map per arrivare a proporre una modalità applicativa
Le risorse?
Beh prendendo spunto dall'assessore di milano ha saputo costruire un progetto condiviso con la fondazione Cariplo e lo sta realizzando......
Questa tipologia di servizi di cura agevolerebbe la gestione del nucleo che ancora pesa sulle donne
M

Michela TassistroMob. +393393044672
Fb e Skype: Michela Tassistro
Twitter: michelataxistro

Il giorno 09/apr/2015, alle ore 08:06, Sergio Berisso (Loomio) ha scritto:

@robertaburroni +1 :-)

Hai tutto il mio appoggio per le tue iniziative :-D

Sono assolutamente d'accordo con te con la condizione attuale dei 40enni

Alcuni nemmeno passati i 40 hanno condizioni stabili e prospettive di futura pensione.

E i figli, chi li ha :-) non potranno certo aiutare.

Come non possono aiutare adesso i 20-30-40enni che spesso sono invece aiutati a tirare avanti da famiglia, genitori (le loro pensioni)

E' una rete di supporto sociale che sta finendo.

E la condizione femminile, delle donne in quel frangente è pure peggiore :-(

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LL

Lorena Lucattini Thu 9 Apr 2015 7:27AM

Ho letto finalmente tutti i vostri interventi e purtroppo trovo l'analisi di Roberta tristemente reale, mi rispecchio in lei e nelle sue paure perchè anche io dopo alcuni anni di libera professione sono passata al pubblico impiego tramite concorso, ma tardi e dunque dovrò lavorare a lungo.Quando vi è stato il bisogno coi miei figli ho potuto usufruire dell'aiuto dei nonni, io non solo non sono in grado di mettere da parte denaro per loro, ma neppure potrò, salute permettendo, aiutarli donando tempo in caso di bisogno. Poichè quella del tempo da donare sarà una risorsa sempre più rara credo che ci si debba focalizzare, come suggeriva anche Michela su un sistema di aiuti alle famiglie e quando intendo famiglie intendo aiuti a 360 gradi assitenza ai figli, agli anziani, con delle vere e proprie banche del tempo che vengano coordinate attraverso sportelli pubblici e supervisione pubblica a cui le persone possono fare riferimento. Forme innovative di aiuto economico per chi ha problemi più gravi, con prestiti di onore e per gli altri la gestione di aiuti per la salute e la cura coordinando una rete di aiuti e assistenza. Lorena

SB

Sergio Berisso Thu 9 Apr 2015 7:35AM

@lorenalucattini ottima idea.

Lato banca del tempo probabilmente c'è qualcosa ma saranno le solite iniziative private dove ognuno va avanti per se http://www.associazionenazionalebdt.it/wp-content/uploads/2012/03/ANBDT-Liguria-NOV-12.pdf

Si potrebbe pensare a qualcosa di più moderno e coordinato stile http://www.wired.it/economia/start-up/2014/01/07/timerepublik-banca-tempo/
https://timerepublik.com/

Con un focus più sociale, welfare.
E supporto della rete dei servizi pubblici.

LL

Lorena Lucattini Thu 9 Apr 2015 7:43AM

Assolutamente no alle iniziative private, ma qualcosa coordinato e supervisionato dal pubblico.

SB

Sergio Berisso Thu 9 Apr 2015 7:54AM

@lorenalucattini c'è privato e privato

non devono per forza essere imprenditori - padroni delle ferriere come quelli che avevi come libera professionista :-)

potrebbe essere anche startup no profit coordinata col settore pubblico

RB

Roberta Burroni Thu 9 Apr 2015 8:01AM

Questa è stata una proposta fatta dal nostro Comitato Unico di Garanzia alla nostra amministrazione (era ancora Provincia di Genova ma direttori e dirigenti sono gli stessi di oggi :-)). Ovviamente nulla di quello che è stato proposto è stato preso in considerazione: ed era un lavoro serio supportato da un questionario somministrato ai dipendenti. Sarebbe una proposta interessante che la nuova amministrazione regionale trovasse il modo per incentivare e favorire l'adozione di questi strumenti nel pubblico e nel privato per le 3 provincie e per la CM.

SB

Sergio Berisso Thu 9 Apr 2015 8:13AM

@robertaburroni poi leggo, thanks :-)

cmq si, ci vorrebbe bdt con flessibilità del lavoro
nel pubblico ancora ancora forse qualcosa si potrebbe fare
nel privato servirebbe un'organizzazione come microsoft italia a peschiera borromeo

http://www.pmi.it/economia/lavoro/articolo/9226/campus-microsoft-un-nuovo-modo-di-lavorare.html

http://www.lastampa.it/2011/06/09/tecnologia/microsoft-concilia-lavoro-e-famiglia-nel-nuovo-campus-aziendale-zyMlB3wDYzQAMZpv37TO7I/pagina.html

ma mi sa che in liguria sia ancora roba da pochi illuminati :-)

cmq si può sempre provare ;)

RB

Roberta Burroni Thu 9 Apr 2015 8:14AM

Dimenticavo: oggi i "nastri lavorativi" (gli orari) del personale sono stati "d'ufficio" imposti dall'amministrazione al fine di operare i tagli imposti dalla spending review e successivi vari interventi normativi del governo con la riduzione dei buoni pasto al personale. L'amministrazione avrebbe potuto semplicemente adottare la proposta di consentire la scelta dei due rientri pomeridiani che oltre il 50% dei dipendenti che avevano risposto al questionario avrebbero positivamente gradito, operando già da allora un risparmio delle risorse per l'amministrazione. Ma si è preferito "non scegliere". Qualcuno verrà mai chiamato a rispondere di questo "danno erariale"?

NC

Nadia Carì Thu 9 Apr 2015 9:30AM

Tutti questi interessanti contributi, corredati da link e proposte di cui si è a conoscenza, anche diretta, rappresentano un'ottima messa a fattor comune di conoscenze e nozioni utilissime per implementare i punti del programma che, nelle macro definizioni, contengono il seme per inserire tutto quanto ci stiamo dicendo... Grazie, davvero grazie a tutti e tutte. Roberta, Lorena, Sergio, Michela... la strada è questa... Ci piace!...

LL

Lorena Lucattini Thu 9 Apr 2015 10:08AM

Nel privato ho conosciuto, occupandomi per un periodo di responsabilità sociale, numerose aziende private che applicavano delle buone prassi, credo tuttavia che se anche nel pubblico queste buone prassi vengono eliminate possano dare il cattivo esempio per tutte le altre aziende private più sensibili a questi temi. Come fa Roberta occorre lottare perché nel pubblica vengano applicate intelligentemente delle prassi tali da contemperare le esigenze di ufficio con le esigenze dei lavoratori, cosa che oggi non si tende più a fare. Da quando è iniziata la battaglia contro il pubblico impiego, come esempio di tutti i mali, si è iniziato a eliminare diritti senza una vera ragione od utilità, solo per dare un giro di vite, ma sovente senza alcuna logica, anzi solo per cercare di far vedere che si ripristinava un ordine mancante. Credo che richiedere le buone prassi per la conciliazione di tempo vita e tempo lavoro, senza nulla togliere a quest'ultimo, dovrebbe essere un obiettivo futuro. Partire o meglio ripartire dal pubblico in questo cammino credo sia un esempio importante. Ringrazio Nadia che contribuisce con gli altri a mantenere vivo il dialogo su questa pagina virtuale.

SB

Sergio Berisso Thu 9 Apr 2015 10:48AM

@lorenalucattini si, nel pubblico penso faccia parte dei tagli lineari poco sensati.
Colpiscono tutto e tutti senza far differenza fra l'ufficio, le persone che sono produttivi, ottengono risultati, hanno team efficace, efficiente ...
E chi magari è organizzato malissimo, sia a livello individuale che collettivo, come team.
Inefficienze, bassa produttività che sono spesso colpa della dirigenza.
Tema scottante, brutta grana (il tipico vaso di pandora per alcuni uffici, settori :-)

Nel privato oltre a suggerire sistemi ottimi del pubblico impiego con buona organizzazione, lavoro in team in ufficio, da casa, da remoto, in base alle esigenze individuali, della famiglia, dei figli ...
c'è da fare tanta diffusione di cultura e case study, best practices.
Nel caso microsoft italia (ma penso anche tante altre) oltre ad aver migliorato vita dei dipendenti, soddisfazione personale sicuramente hanno ottenuto miglioramenti dei risultati, prodotti migliori, risultati migliori sul mercato (ROI), più efficienza, più produttività :-)

NC

Nadia Carì Thu 9 Apr 2015 12:02PM

Questa discussione, efficace e competente, sta dando un sacco di ottimi stimoli e spunti programmatici!

MT

Michela Tassistro Thu 9 Apr 2015 12:09PM

Ci tenevo a contesualizzare meglio il mio intervento fato poco sopra

Dalla mia esperienza professionale (lavoro presso il consiglio nazionale delle ricerche) attingo e vi propongo alcuni spunti derivanti dall'analisi dei 'serbatoi finanziari' della ricerca: Horizon 2020 per l'unione europea e i progetti nazionali del MIUR sulle smartcities (.... naturalmente ci sono anche quelli impostati dalle fondazioni bancarie lombarde e piemontesi visto che le nostre hanno chiuso i battenti per due lunghi anni).
In tali ambiti è ormai di tutta evidenza che per poter accedere a fondi messi a bando, occorre impostare delle soluzioni formulando 'progetti innovativi' ed improntati sulle direttive della responsabilità sociale di impresa e dell'innovazione sociale.
La difficoltà quotidiana della conciliazione riguarda sempre più tute le fasce sociali ma è di tutta evidenza che la carenza economica è quella che rende tali soluzioni talvota obblighi e non scelte...

In aziende avanzate dal punto di vista delle politiche di CSR&SI si utilizzano soluzioni che puntano all'utilizzo comune di strumenti e spazi: maggiordomo aziendale, asili aziendali, baby parcking, spazi attrezzati con pc e, stampanti, wifi, ecc per consentire il coworking ecc
E' per questo motivo che nel mio intervento poco sopra individuato, tra gli elementi di welfare, ho citato il co-housing per i nuclei familiari.

piccola nota: parlo di nuclei familiari per poter palare a 360° di famiglia variamente composta e dove le coppie di fatto abbiano stessa dignità e stessi doveri della coppia matrimoniata =) intendendo quindi anche le due anziane sorelle che per aiutarsi in modo solidale convivono per dividere le risorse (solitamente poche) e dividere spese sino ad arrivare all'intero specchio delle unioni esistenti basate sulla mutualità e sul sentimento.

un sito interessante su come queste comunità si formano e lavorano è questo:
http://www.cohousing.it/cohousing-it/ ( http://www.cohousing.it/cohousing-it/ )
ma Silvia Pedemnto ne conosce moltissimi ed uno che mi ha sempre indicato come fortemente innovativo è Piano C http://www.pianoc..it/ ( http://www.pianoc.it/ )

Credo che la declinazione di questi elementi all'interno del programma possa rappresentare un approccio innovativo se ha la connotazione della proposta concreta


Michela TASSISTRO
CNR - ISMAC UOS Genova

Via De Marini 6 - 16149 GenovaTel. michela.tassistro@cnr.it ( michela.tassistro@cnr.it )skype: michelatassistro

Il giorno 9 aprile 2015 12:49, Sergio Berisso (Loomio) ha scritto:

@lorenalucattini si, nel pubblico penso faccia parte dei tagli lineari poco sensati.

Colpiscono tutto e tutti senza far differenza fra l'ufficio, le persone che sono produttivi, ottengono risultati, hanno team efficace, efficiente …

E chi magari è organizzato malissimo, sia a livello individuale che collettivo, come team.

Inefficienze, bassa produttività che sono spesso colpa della dirigenza.

Tema scottante, brutta grana (il tipico vaso di pandora per alcuni uffici, settori :-)

Nel privato oltre a suggerire sistemi ottimi del pubblico impiego con buona organizzazione, lavoro in team in ufficio, da casa, da remoto, in base alle esigenze individuali, della famiglia, dei figli …

c'è da fare tanta diffusione di cultura e case study, best practices.

Nel caso microsoft italia (ma penso anche tante altre) oltre ad aver migliorato vita dei dipendenti, soddisfazione sicuramente hanno ottenuto miglioramenti dei risultati, prodotti migliori, risultati migliori sul mercato (ROI), più efficienza, più produttività :-D

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MT

Michela Tassistro Thu 9 Apr 2015 12:34PM

addendum: Enrico Aletto, con la sua piattaforma di partecipazione, può trasformare l'idea in progetto concreto attraverso l'individuazione delle modalità puntali di costruzione del percorso.


Michela TASSISTRO
CNR - ISMAC UOS Genova

Via De Marini 6 - 16149 GenovaTel. michela.tassistro@cnr.it ( michela.tassistro@cnr.it )skype: michelatassistro

Il giorno 9 aprile 2015 14:08, Michela Tassistro ha scritto:

Ci tenevo a contesualizzare meglio il mio intervento fato poco sopra

Dalla mia esperienza professionale (lavoro presso il consiglio nazionale delle ricerche) attingo e vi propongo alcuni spunti derivanti dall'analisi dei 'serbatoi finanziari' della ricerca: Horizon 2020 per l'unione europea e i progetti nazionali del MIUR sulle smartcities (.... naturalmente ci sono anche quelli impostati dalle fondazioni bancarie lombarde e piemontesi visto che le nostre hanno chiuso i battenti per due lunghi anni).
In tali ambiti è ormai di tutta evidenza che per poter accedere a fondi messi a bando, occorre impostare delle soluzioni formulando 'progetti innovativi' ed improntati sulle direttive della responsabilità sociale di impresa e dell'innovazione sociale.
La difficoltà quotidiana della conciliazione riguarda sempre più tute le fasce sociali ma è di tutta evidenza che la carenza economica è quella che rende tali soluzioni talvota obblighi e non scelte...

In aziende avanzate dal punto di vista delle politiche di CSR&SI si utilizzano soluzioni che puntano all'utilizzo comune di strumenti e spazi: maggiordomo aziendale, asili aziendali, baby parcking, spazi attrezzati con pc e, stampanti, wifi, ecc per consentire il coworking ecc
E' per questo motivo che nel mio intervento poco sopra individuato, tra gli elementi di welfare, ho citato il co-housing per i nuclei familiari.

piccola nota: parlo di nuclei familiari per poter palare a 360° di famiglia variamente composta e dove le coppie di fatto abbiano stessa dignità e stessi doveri della coppia matrimoniata =) intendendo quindi anche le due anziane sorelle che per aiutarsi in modo solidale convivono per dividere le risorse (solitamente poche) e dividere spese sino ad arrivare all'intero specchio delle unioni esistenti basate sulla mutualità e sul sentimento.

un sito interessante su come queste comunità si formano e lavorano è questo:
http://www.cohousing.it/cohousing-it/ ( http://www.cohousing.it/cohousing-it/ )
ma Silvia Pedemnto ne conosce moltissimi ed uno che mi ha sempre indicato come fortemente innovativo è Piano C http://www.pianoc.it/ ( http://www.pianoc.it/ )

Credo che la declinazione di questi elementi all'interno del programma possa rappresentare un approccio innovativo se ha la connotazione della proposta concreta


Michela TASSISTRO
CNR - ISMAC UOS Genova

Via De Marini 6 - 16149 GenovaTel. michela.tassistro@cnr.it ( michela.tassistro@cnr.it )skype: michelatassistro

Il giorno 9 aprile 2015 12:49, Sergio Berisso (Loomio) ha scritto:

@lorenalucattini si, nel pubblico penso faccia parte dei tagli lineari poco sensati.

Colpiscono tutto e tutti senza far differenza fra l'ufficio, le persone che sono produttivi, ottengono risultati, hanno team efficace, efficiente …

E chi magari è organizzato malissimo, sia a livello individuale che collettivo, come team.

Inefficienze, bassa produttività che sono spesso colpa della dirigenza.

Tema scottante, brutta grana (il tipico vaso di pandora per alcuni uffici, settori :-)

Nel privato oltre a suggerire sistemi ottimi del pubblico impiego con buona organizzazione, lavoro in team in ufficio, da casa, da remoto, in base alle esigenze individuali, della famiglia, dei figli …

c'è da fare tanta diffusione di cultura e case study, best practices.

Nel caso microsoft italia (ma penso anche tante altre) oltre ad aver migliorato vita dei dipendenti, soddisfazione sicuramente hanno ottenuto miglioramenti dei risultati, prodotti migliori, risultati migliori sul mercato (ROI), più efficienza, più produttività :-D

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NC

Nadia Carì Thu 9 Apr 2015 1:08PM

Ottimo Michela, tutto è utile. Più materiale ed informazioni abbiamo e meglio si possono, alla fine, definire i programmi... Ricordiamoci comunque, e qui vorrei stimolare altri interventi su altre tematiche che, da come si evince dal programma, Politiche di Genere non è e non deve essere solo welfare. Ma so perfettamemte che lo abbiamo tutti e tutte ben presente. Non vogliamo "costringere" la materia nel recinto virtuale (ma non virtuoso) delle Politiche Sociali, ma, trasversalmente, le Politiche di Genere devono "dirigere" tutte le altre politiche regionali, individuandole, ambiziosamente, come l'elemento trascinatore (dato che la società, prima di essere categorizzata in miriadi di categorie è composta principalmente di donne e di uomini), dal quale non si può prescindere (e non si dovrebbe, se assumiamo quest'ottica), nell'individuazione delle scelte (di ogni tipo) da compiere... Questa è la meta più ambiziosa che intendiamo proporci...

MT

Michela Tassistro Thu 9 Apr 2015 1:26PM

csr&si sono politiche del lavoro =)


Michela TASSISTRO
CNR - ISMAC UOS Genova

Via De Marini 6 - 16149 GenovaTel. michela.tassistro@cnr.it ( michela.tassistro@cnr.it )skype: michelatassistro

Il giorno 9 aprile 2015 15:09, Nadia Carì (Loomio) ha scritto:

Ottimo Michela, tutto è utile. Più materiale ed informazioni abbiamo e meglio si possono, alla fine, definire i programmi… Ricordiamoci comunque, e qui vorrei stimolare altri interventi su altre tematiche che, da come si evince dal programma, Politiche di Genere non è e non deve essere solo welfare. Ma so perfettamemte che lo abbiamo tutti e tutte ben presente. Non vogliamo “costringere” la materia nel recinto virtuale (ma non virtuoso) delle Politiche Sociali, ma, trasversalmente, le Politiche di Genere devono “dirigere” tutte le altre politiche regionali, individuandole, ambiziosamente, come l'elemento trascinatore (dato che la società, prima di essere categorizzata in miriadi di categorie è composta principalmente di donne e di uomini), dal quale non si può prescindere (e non si dovrebbe, se assumiamo quest'ottica), nell'individuazione delle scelte (di ogni tipo) da compiere… Questa è la meta più ambiziosa che intendiamo proporci…

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NC

Nadia Carì Thu 9 Apr 2015 1:45PM

Lo so bene :-)... la Responsabilità Sociale d'Impresa è una delle cose di cui mi occupo... Ed infatti mi riferivo a questo plaudendo e stimolando alla trattazione delle politiche di genere non caratterizzandole solo come politiche sociali... Era una sottolineatura del buon indirizzo assunto da questo dibattito. Grazie!

C

Cristina Thu 9 Apr 2015 2:20PM

Mi inserisco nella conversazione stimolata soprattutto da
Roberta Burroni che conosce bene la tematica nell’ambito della CM

La tematica è ovviamente trasversale e credo che, parlarne
e costruire tutt* insieme la piattaforma
così come si sta facendo sia
fondamentale. Teniamo anche conto che rispetto al programma, soltanto la proposta “palazzo di
vetro” è stata approvata mentre tutte le restanti proposte sono bozze che vanno ancora
integrate e/o modificate, compresa questa delle politiche di genere. I
contributi sono fondamentali e vedo che siamo in tante ad occuparcene con
passione e competenza. Mi riservo di integrare con altri dati nei prossimi
giorni. La lettura e l’analisi che faccio io parte anche dalla base e
dall’osservatorio che ho come
orientatrice di genere nei centri per l’impiego, ma anche da precedenti
esperienze come consulente del settore. . Sappiamo tutte che il lavoro da fare
è ancora moltissimo..

Faccio anche un cenno, al paragrafo “competenze delle donne”
e alla proposta dell’archivio. Proposta di cui avevamo già discusso anni fa in un progetto. Credo che
un’archivio di competenze e di saperi
dovrebbe essere fatto sia per le donne che per gli uomini in un’ottica di un
approccio di merito: importante sapere conoscenze e competenze e valori di
ognuno.

Il giorno 9 aprile 2015 15:45, Nadia Carì (Loomio) ha scritto:

Lo so bene :-)… E' una delle cose di cui mi occupo… Ed infatti mi riferivo a questo plaudendo e stimolando alla trattazione delle politiche di genere non caratterizzandole solo come politiche sociali… Era una sottolineatura del buon indirizzo assunto da questo dibattito. Grazie!

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SP

Silvia Pedemonte Thu 9 Apr 2015 3:57PM

Concordo con Cristina...leggendo la proposta la cosa che non mi è piaciuta è stata proprio la creazione dell'albo delle competenze che non deve essere solo femminile, ma anche maschile. Il rischio se no è di creare un recinto di panda da cui attingere solo quando qualcuno rivendica la parità di genere.
Le politiche di genere sono trasversali a tutti i settori e a dare il buon esempio in fatto di conciliazione lavoro famiglia...uguale reddito uomo donna a parità di posizione dovrebbe proprio iniziare ad attuarlo regione al suo interno e all'interno delle sue partecipate. Solo con il buon eßempio, creando le buone pratiche, si può creare il sistema culturale giusto.
Il piano C nominato da Michela, l'alveare a Roma sono incubatore i di impresa che praticano attivamente politiche di conciliazione lavoro famiglia. ....ora torno a conciliare i figli

SP

Silvia Pedemonte Fri 10 Apr 2015 1:52PM

spunto di riflessione....il comune di genova presto si adeguerà alle scuole materne statali e farà terminare il proprio orario alle 17...come permettere ai genitori di continuare a lavorare senza essere costretti a richiedere part time o dover sostenere il costo di un babysitter?!?
Si continua a tagliare i servizi e questo volente o nolente mette le famiglie in condizione di fare delle rinunce. Non c'è parità nè uguaglianza in questo.....scusate un piccolo sfogo

MT

Michela Tassistro Fri 10 Apr 2015 1:56PM

tra l'altro il tutto a favore di strutture private che danno un servizio ad orario flessibile


Michela TASSISTRO
CNR - ISMAC UOS Genova

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Il giorno 10 aprile 2015 15:52, Silvia Pedemonte (Loomio) ha scritto:

spunto di riflessione….il comune di genova presto si adeguerà alle scuole materne statali e farà terminare il proprio orario alle 17…come permettere ai genitori di continuare a lavorare senza essere costretti a richiedere part time o dover sostenere il costo di un babysitter?!?

Si continua a tagliare i servizi e questo volente o nolente mette le famiglie in condizione di fare delle rinunce. Non c'è parità nè uguaglianza in questo…..scusate un piccolo sfogo

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RB

Roberta Burroni Sat 11 Apr 2015 9:12AM

Altro spunto nuovo nuovo: con LEGGE REGIONALE 2 Aprile 2015 N. 11 sono state introdotte le Modifiche alla legge regionale 4 settembre 1997, n. 36 (Legge urbanistica
regionale) al fine di recepire le nuove funzioni pianificatorie di Provincie e CM connesse al riordino della Legge 56/2014 (Delrio). Facendo anche qui riferimento ad una esperienza svolta dal CUG del mio ente, che ha portato a sperimentare l'introduzione nel PTCProvinciale indicazioni e prescrizioni per la stesura dei piani urbanistici comunali in ottica di genere, ho evidenziato che la legge urbanistica regionale nulla esprime rispetto a quest'ottica. Vi allego un documento reperito in rete, ma che certamente approfondirò, molto interessante per questo aspetto trasversale sui modi di pianificare città e territorio e le politiche di genere. Un aspetto che le proposte di rete a sinistra dovrebbero assolutamente valutare tra quelle più innovative da proporre!

NC

Nadia Carì Sat 11 Apr 2015 12:26PM

Cara Roberta, tu sei una fonte preziosa e inesauribile di stimoli e spunti interessantissimi e che avvalorano la tesi che ho da sempre che, dove e quando sia possible, informarsi, nel mondo oramai iper globalizzato, di come e con quali risultati agiscano altre amministrazioni , altri luoghi ed enti virtuosi e copiarne l'operato, dovrebbe essere non solo auspicabile, ma quasi obbligatorio. :-) Ho dato un'occhiata veloce al corposo studio di 19 pagine sulla pianificazione urbanistica di Vienna (tra l'altro risalente al 2011, quindi ampiamente rodato), sotto una prospettiva di genere che hai condiviso, e ho pensato che tenere presenti esperienze di questo tipo sia fondamentale soprattutto quando i risultati attesi per i cittadini e le cittadine, hanno delle ricadute positive e migliorative per la loro vita. Recentemente, tra l'altro, mia figlia è stata proprio a Vienna ed ha potuto toccare con mano, molto di quanto lì è contenuto. Credo che tutto questo materiale possa essere ben archiviato per essere utilizzato al fine di impegnarsi ad attivare le politiche regionali che chiedi, a partire dall'inserire qualcosa di simile nella legge urbanistica regionale, che dici (e mi fido assolutamente) essere carente da questo punto di vista. La stesura dei programmi elettorali deve essere, per una maggiore fluida fruizione, una cosa snella, ma può e deve contenere almeno un accenno a cosa intendiamo tendere... Questa mi pare possa essere una di quelle. Trovo molto utile e arricchente il modo in cui si sta sviluppando il dibattito su questo punto programmatico. Lo spirito esatto, dei 360°, coi cui intendere le Politiche di Genere, di cui parlavo all'inizio.

MT

Michela Tassistro Sat 11 Apr 2015 2:53PM

Annalisa Marinelli (prima di trasferirsi nei paesi nordici) aveva redatto un libro e approfondito proposte (anche in qualità di consigliera municipale medio levante) in merito alla mobilità urbana!
Recupero proposte e ve le giro

Michela TassistroMob. +393393044672
Fb e Skype: Michela Tassistro
Twitter: michelataxistro

Il giorno 11/apr/2015, alle ore 11:17, Roberta Burroni (Loomio) ha scritto:

Altro spunto nuovo nuovo: con LEGGE REGIONALE 2 Aprile 2015 N. 11 sono state introdotte le Modifiche alla legge regionale 4 settembre 1997, n. 36 (Legge urbanistica

regionale) al fine di recepire le nuove funzioni pianificatorie di Provincie e CM connesse al riordino della Legge 56/2014 (Delrio). Facendo anche qui riferimento ad una esperienza svolta dal CUG del mio ente, che ha portato a sperimentare l'introduzione nel PTCProvinciale indicazioni e prescrizioni per la stesura dei piani urbanistici comunali in ottica di genere, ho evidenziato che la legge urbanistica regionale nulla esprime rispetto a quest'ottica. Vi allego un documento reperito in rete, ma che certamente approfondirò, molto interessante per questo aspetto trasversale sui modi di pianificare città e territorio e le politiche di genere. Un aspetto che le proposte di rete a sinistra dovrebbero assolutamente valutare tra quelle più innovative da proporre!

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NC

Nadia Carì Sat 11 Apr 2015 3:33PM

Ottimo!

RB

Roberta Burroni Sun 12 Apr 2015 7:17PM

Questo quanto attivato dalla Regione Lazio: minimale ma un buon esempio

http://www.regione.lazio.it/rl_pari_opportunita/?vw=documentazioneDettaglio&id=3622

C

Cristina Sun 12 Apr 2015 8:43PM

Ciao Roberta, ho guardato gli allegati e mi sembrano un buon spunto per integrare la piattaforma Loomio : ci vogliono proposte anche innovative e diverse e dobbiamo provarci . Io ho trovato spunti interessanti anche su Regione Trentino.. Che dire ci superano tutti ...Michela appena hai documento di Annalisa, integriamo . ciao a tutteee

Il domenica 12 aprile 2015, Roberta Burroni (Loomio) ha scritto:

Questo quanto attivato dalla Regione Lazio: minimale ma un buon esempio

http://www.regione.lazio.it/rl_pari_opportunita/?vw=documentazioneDettaglio&id=3622 ( http://www.regione.lazio.it/rl_pari_opportunita/?vw=documentazioneDettaglio&id=3622 )

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C

Cristina Sun 12 Apr 2015 8:53PM

appena pubblicata su rete di donne mettiamo tutto in saccoccia :)

http://politicafemminile-lazio.blogspot.it/2015/03/prende-le-mosse-dalla-regione-lazio-la.html ( http://politicafemminile-lazio.blogspot.it/2015/03/prende-le-mosse-dalla-regione-lazio-la.html )

Il domenica 12 aprile 2015, Cristina Gagino ha scritto:
Ciao Roberta, ho guardato gli allegati e mi sembrano un buon spunto per integrare la piattaforma Loomio : ci vogliono proposte anche innovative e diverse e dobbiamo provarci . Io ho trovato spunti interessanti anche su Regione Trentino.. Che dire ci superano tutti ...Michela appena hai documento di Annalisa, integriamo . ciao a tutteee

Il domenica 12 aprile 2015, Roberta Burroni (Loomio) ha scritto:

Questo quanto attivato dalla Regione Lazio: minimale ma un buon esempio

http://www.regione.lazio.it/rl_pari_opportunita/?vw=documentazioneDettaglio&id=3622 ( http://www.regione.lazio.it/rl_pari_opportunita/?vw=documentazioneDettaglio&id=3622 )

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MD

Marina Dondero Sun 19 Apr 2015 3:48PM

Alcuni spunti oltre a ciò che è già stato scritto
Violenza di genere: certezza finanziamenti ai centri antiviolenza, case rifugio e alle attività di prevenzione ed accompagnamento delle donne e dei figli minori/ruolo attivo da parte della regione nella costruzione di una rete regionale che coordini il lavoro dei vari soggetti che intervengono a diverso titolo nella lotta contro la violenza ( ospedali, centri antiviolenza, forze dell'ordine, magistratura, avvocati, scuola,assistenti sociali, consultori ecc) a partire da corsi di formazione.
Consultori: rivedere le politiche attuali regionali che stanno ridimensionando i servizi resi dai consultori rilanciando il ruolo degli stessi.
Legge 194/RSU/pillola del giorno dopo: al momento la situazione garantisce l'applicazione della legge ma è necessario ribadire che l'obiezione di coscienza del personale medico non può in alcun modo ostacolare la legge.

RB

Roberta Burroni Tue 28 Apr 2015 7:27PM

Tra le cose che vorrei aggiungere alla proposta c'è l'attuazione della delibera del CIVIT - Commissione per la valitazione, la trasperenza e l'integrità nelle P.A. che indica ed elabora l'obiettivo di inserire LE PARI OPPORTUNITÀ NEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE delle amministrazioni. Questo aspetto sarebbe sicuramente d'incentivo ad adottare effettivamente le politiche di genere da parte della dirigenza in primis e della struttura in generale, dato che si legherebbe la produttività al raggiungimento di obiettivi in ambito di attuazione di interventi specifici in materia di genere e pari opportunità.
Altro spunto: percorsi di formazione "obbligatori" per i dirigenti della pa e per i politici eletti in materia di politiche di genere e pari opportunità, per dare anche a loro un "marchio di qualità" ed affidabilità in genere. Assegnare un punteggio aggiuntivo ai candidati che dimostrano di aver acquisito "crediti formativi" in materia di politiche di genere e p.o. nei bandi di concorso, per assunzioni, incarichi ecc....insomma: "quando il gioco si fa duro i duri si mettono a giocare"!!