Loomio
Wed 1 Apr 2015 5:23PM

10. POLITICHE DI GENERE

RAS Rete a Sinistra Public Seen by 125

Occorre dotare la Regione di strumenti concreti per poter attuare iniziative che elimino quanto più possibile tutti quegli ostacoli ed impedimenti, anche di carattere culturale, che ancora non consentono la realizzazione di una parità sostanziale tra i generi.

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RAS

Rete a Sinistra Wed 1 Apr 2015 5:32PM

POLITICHE DI GENERE. Schema riassuntivo per la discussione nell'ambito “politiche di genere”. Qui potete scaricare il testo completo in PDF.

NC

Nadia Carì Thu 2 Apr 2015 2:27PM

Le politiche pubbliche, ad ogni livello, non sono neutrali rispetto al genere, ma assumono effetti e conseguenze differenziate a seconda che il cittadino sia uomo o donna. Congiuntamente, anche le scelte ed i flussi finanziari si traducono in maggiori o minori vantaggi in termini di politiche di genere. Idealmente, per ogni euro di spesa pubblica, dovremmo riuscire a dire quanti centesimi siano finalizzati alle pari opportunità, quanti incidano in maniera differenziale su uomini e donne, quanti abbiano invece un effetto neutro. Queste considerazioni costituiscono un possibile e concreto riferimento per indirizzare, da un lato, verificare, dall’altro, quanto e come si agisce rispetto alle politiche di genere e come e quanto si risponde su alcuni precisi aspetti. In tutti i diversi atti europei che trattano di questo argomento, si sottolinea come la presenza delle donne sul mercato del lavoro costituisca un elemento positivo in termini di crescita economica; si invita a fissare obiettivi che mirino ad inserire le donne in attività, in settori o a livelli dai quali sono state precedentemente escluse e nei quali sono ancora sottorappresentate, tramite misure preposte ad informare i datori di lavoro e a motivarli ad assumere e promuovere le donne; si sottolinea che il fatto di privilegiare il sostegno al futuro occupazionale degli uomini piuttosto che delle donne contribuisce a incrementare la disparità tra i sessi invece di ridurla, si insiste sull'effetto positivo della parità di genere sulla
crescita economica; si invita a promuovere l'accesso delle donne a maggiori opportunità nell'istruzione, nella formazione professionale e in impieghi in settori non tradizionali e ad alto
livello di responsabilità; si sottolinea la necessita di aumentare gli sforzi a livello europeo per aumentare la rappresentanza femminile nelle sfere politiche; si incoraggia, a tale riguardo, una
maggiore partecipazione delle donne in tutte le istituzioni, in particolare nelle posizioni di responsabilità; si chiede di fissare obiettivi vincolanti per assicurare la rappresentanza paritaria di
uomini e di donne; si insiste sulla necessità che si adottino misure, in particolare per via legislativa, che stabiliscano obiettivi vincolanti per garantire la presenza paritaria di donne e uomini nei posti di responsabilità delle imprese, dell'amministrazione pubblica e degli organi politici.
La strategia regionale, quindi, concretamente ispirata alla impostazione europea, consapevole che la parità di genere non é solo una questione di diversità e di giustizia sociale, si deve attivare per:
- favorire proposte vincolanti per l’occupazione e la conciliazione;
- rimuovere ostacoli alla parità;
- aiutare le vittime della violenza e contrastare fenomeni di violenza;
- sviluppare strumenti di formazione ed attuazione affinché tutte le parti interessate possano tenere debitamente conto, nei rispettivi ambiti di competenza, dell'impatto specifico delle politiche sulle donne e sugli uomini;
- promuovere campagne di comunicazione volte a neutralizzare, dal punto di vista del genere, le professioni o le attività tradizionalmente maschili o femminili;
- realizzare programmi di sensibilizzazione nell'ambito dell'istruzione, cosi che le ragazze possano essere orientate verso filiere e carriere non tradizionalmente femminili.

SB

Sergio Berisso Fri 3 Apr 2015 5:59AM

@nadia.c Nadia è un lavoro complesso ed ancora lungo, difficile (purtroppo)
In un paese vecchio come l'Italia (specie di testa), in una regione fra le più vecchie del paese vecchio.
Questione culturale bella tosta da scardinare.

Specie quando ti ritrovi annunci di lavoro per segretarie che devono essere "belle, gentili, disponibili ..." si legge facilmente fra le righe disponibili a rapporti sessuali.
Annuncio sul secolo xix che girava su facebook pochi giorni fa.

O quando ti trovi di fronte a fatti del genere http://www.ilsecoloxix.it/p/levante/2015/03/10/ARPnw8lD-arresti_lavagna_cambio.shtml

http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2014/03/31/AQKjJYIC-genovese_quindicenni_succede.shtml

NC

Nadia Carì Fri 3 Apr 2015 10:27AM

Caro Sergio dire che sia un lavoro lungo è complesso è scoprire l'acqua calda. Se così non fosse e tutto fosse acquisito, non ci sarebbe necessità di inserirlo in un programma elettorale ambizioso. Il fatto che sia complesso non ci spaventa. Ci candidiamo a governare la Liguria, , per cambiarla. IN MEGLIO. Anche questa è una sfida. Per questo la lanciamo: perché siamo intenzionati a rendere meno complesse e difficili cose che finora li sono state. Perché ci crediamo, in quelle cose. Forse la difficoltà nel realizzarle è risieduta più nella scarsa credulità piuttosto che nel volersi davvero rimboccare le maniche. In fondo ci sono non solo paesi europei (Svezia, Norvegia, Danimarca) dove quelle cose funzionano, ma anche regioni italiane come il Trentino ad esempio. Basta copiare e tenere contatti e relazioni. Basta volere e avere buona volontà di mettersi attorno a un tavolo e le cose si fanno.

SB

Sergio Berisso Fri 3 Apr 2015 11:00AM

@nadia.c Nadia si, scopro spesso l'acqua calda :-P

Sul copiare (Trentino ma anche Toscana ed altri) sono d'accordo.

Su "basta la volontà, si può fare" ho qualche dubbio.
Come dicevo regione più vecchia dentro la vecchia, vecchissima Italia.
E comportamenti sessisti, maschilisti, discriminanti sono ancora fortemente presenti nella testa delle persone.
Sia uomini che donne.

Cambiare le teste di solito è la cosa più difficile.

NC

Nadia Carì Fri 3 Apr 2015 4:16PM

Per "basta la volontà" intendo, che è necessaria e, direi obbligatoria, la volontà e l'intenzione convinta di chi amministra, di volersi occupare delle cose, di tutte le cose e di tutti gli aspetti dell'amministrare, assumendo il taglio del genere (sia maschile che femminile).... E' questo che finora è risultato difficile e ostico.... Ma questa è la scommessa su cui #reteasinistra, punta. Questa volta, qui, ci si crede e ci si investe davvero.... Hai letto la completezza e la trasversalità delle proposte?.... Si parla di cose fattibili e concrete, fatte tenendo presente un'ottica di genere. Occorre pensare di agire, politicamente e amministrativamente, ricordandosi che stiamo agendo rivolgendoci ad una popolazione di cittadini fatta di uomini e donne. In genere si fanno cose e proposte universalistiche, ma non è così che siamo: non siamo universali: siamo differenti e abbiamo esigenze e necessità, differenti, pur nell'unitarietà dell'azione e del rispetto delle regole che si adottano e ci si dà per amministrare. E' difficile? Forse, ma è la sfida che lanciamo! Cambiare la testa delle persone è complicato? E' una questione di cultura e abitudine.... E se ci provassimo anche a partire dalla formazione e dalla scuola?.... Inserendo l'educazione al genere nelle scuole e nella formazione?...E' la prima volta che si propone un punto programmatico così dettagliato, sulle Politiche di Genere!... Ed è solo una sintesi, pensa! :-)

SB

Sergio Berisso Fri 3 Apr 2015 4:35PM

Si, speriamo che poi non rimangano solo cose scritte, pure regolamenti, leggi solo sulla carta (che in teoria dovrebbero essere applicati)

Fosse per me basterebbe il buon senso e la logica.
Ma pare che là fuori non funzioni così :-)

RB

Roberta Burroni Tue 7 Apr 2015 7:57PM

Mi inserisco nella discussione portando la mia esperienza in qualità di componente del Comitato Unico di Garanzia della Città Metropolitana di Genova (ex Provincia di Genova). Come noto la legge 56/2014 (Legge Delrio) assegna alle Province e alle CM anche la funzione relativa al "Controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale/metropolitano". Credo che sia la prima volta che ad un ente, seppur di secondo livello, viene esplicitamente assegnata questa competenza e credo sia una opportunità che non va assolutamente dispersa e sottovalutata. La Regione deve a mio parere porsi come obiettivo prioritario quello di far sì che questi enti attivino al più presto e senza indugio questa nuova competenza, assicurandosi che gli vengano assegnate idonee risorse umane, strumentali ed economiche, prevedendo, se necessario lo stanziamento di specifici fondi regionali e/o comunitari per l'avvio di queste competenze su specifici progetti. Questo sarebbe di fondamentale importanza perchè in molti, troppi enti, l'operatività dei Comitati Unici di Garanzia è stata fermata alla loro mera istituzione che è divenuta obbligatoria per legge, ma sostanzialmente rimasta lettera morta per tutto quanto i CUG hanno espresso a livello propositivo, nei piani di azioni positive, ed esautorandoli sostanzialmente dei compiti consultivi e di verifica nelle materie di loro competenza: pari opportunità, valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni. I problemi e le tematiche sono tantissime ed è sempre presente il rischio che è stato evidenziato che rimangano "solo cose scritte, regolamenti, leggi solo su carta". Se quella di aver identificato Province e CM come enti operativi che agiscano a servizio e stimoli delle comunità locali e possano finalmente porsi come tramite tra Regioni e Comuni nella fattiva funzione di controllo ed attuazione di politiche di genere e di pari opportunità, questa occasione non va assolutamente persa, ma va potenziata! E si deve essere operativi! Si deve partire da un puntuale rilievo ed indagine dello stato del territorio sulle tematiche da affrontare: una sorta di censimento della popolazione della regione basato su politiche di genere, discriminazioni, tematiche di conciliazione vita-lavoro, salariali, violenza. Fondamentale data la vastità delle tematiche e la scarsità delle risorse è dare una priorità agli interventi che vanno calati nella realtà della popolazione regionale, provinciale, comunale. Occorre diffondere la rete delle pari opportunità e delle politiche di genere sul territorio: centri di ascolto localizzati nei comuni dei territori provinciali e metropolitani di riferimento ( esempio: Genova ha una rete eccellente costituita dal sistema bibliotecario che potrebbe essere utilmente riqualificata anche in tal senso per iniziative culturali, diffusione informazioni e punti di contatto sui territori per segnalazioni eventi discriminatori, violenze,ecc.). Intervenire poi sui temi della conciliazione vita-lavoro significa agire su tutti quegli elementi che gravano ancora per lo più sulle donne e che soprattutto in questa crisi le costringono sempre di più a uscire o a non riuscire neppure ad accedere ad un lavoro: mancano asili, scuole materne o costano troppo! telelavoro, cooworking, part time o altre forme di lavoro flessibile, che consentano di conciliare la vita lavorativa di una donna nel periodo di crescita e cura di un figlio o di un anziano consentendole di lavorare più vicino a casa e in orari svincolati dal "cartellino": significa cominciare anche per gli enti pubblici, a lavorare più per obiettivi e meno per presenza. Cosa significa? Significa che molta della disparità salariale tra uomini e donne sta proprio nella decurtazione della produttività che a parità di ruoli ed obiettivi raggiunti, le donne subiscono perchè presenti per meno ore in ufficio: prendere i figli a scuola; permessi per malattia; meno possibilità e disponibilità a fermarsi oltre l'orario se si hanno in carico cura di figli o anziani. Infine bisogna stimolare l'applicazione e l'attenzione alle pari opportunità e politiche di genere dando piena attuazione, ad esempio, alle linee guida del CIVIT 2011 Luglio (Commissione per la Valutazione, la Trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche) "Delibera n. 22/2011: Indicazioni – sottoposte a consultazione – relative allo sviluppo dell’ambito delle pari opportunità nel ciclo di gestione della performance" : la dirigenza delle pubbliche amministrazioni va valutata sulle capacità e su obiettivi specifici di attuazione di pari opportunità e tematiche di genere e...valutati negativamente in caso di non attuazione o raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Fino ad oggi non è mai stato così e in Italia le politiche di genere sono al palo! Il documento proposto è vasto e condivisibile ma forse vanno concretizzate maggiormente i principi e le indicazioni proposte. Ci si può provare?

MS

maria solimena Wed 8 Apr 2015 9:39AM

A fronte di un intervento così ben strutturato e informato come quello di Roberta Burroni, non posso che sottoscrivere quello che lei dice. Le politiche di genere in Italia sono davvero "al palo"! Vorrei qui fare una considerazione che forse esula da questo specifico discorso. Vorrei riferirmi per esempio all'allungamento, nella pubblica amministrazione, dell'età pensionabile per i pubblici funzionari. D'accordo, dobbiamo adeguarci alle normative europee ma il lavoro delle donne, come tutti sanno, non si limita al lavoro svolto fuori dall'abitazione: perchè non si tiene conto di questa specificità femminile? Ad oggi le donne che lavorano nell'amministrazione pubblica sono costrette a lavorare fino ai 63/65 anni. A me pare veramente eccessivo, ripeto, so bene che la normativa è europea, tuttavia la ritengo "punitiva" nei riguardi di noi donne! Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.

NC

Nadia Carì Wed 8 Apr 2015 11:09AM

Ringrazio moltissimo Roberta e Maria dei loro interventi e mi fa molto piacere che persone competenti e che conoscono i problemi, o li vivono sulla loro pelle, abbiano deciso di intervenire e vi assicuro che su questa materia, sempre considerata un po' di nicchia, non è che fosse scontato... Le argomentate obiezioni (con relativa domanda delle cento pistole finale) che solleva Roberta sono sicuramente uno stimolo ed un impegno ad agire e muoversi in quella direzione. L'incongruenza presente nel nuovo assetto della neo costituita Città Metropolitana è assolutamente conosciuta, riconosciuta e presente, in chi ti scrive e quindi sicuramente all'attenzione, essendo, come dici, molto nel potere della Regione di orientare le politiche di genere, anche nella direzione di essere da sprone e stimolo per la citta metropolitana (ma anche di quel che resta delle competenze delle ex province), affinchè gli organismi a cui ti riferisci e le politiche di cui parli siano pienamente attivate ed attivabili. Il programma, al quale ci fa piacere, tu riconosci di essere vasto e condivisibile, nonostante la vastità è, nelle intenzioni ancora più ambizioso ed è anzi integrabile (e tu lo hai fatto col tuo utilissimo intervento, di cui ancora ti ringrazio) e migliorabile. Questa piattaforma di condivisione ha questo specifico scopo. Nel programma, che è una sintesi, appositamente per stimolare e indurre appunto commenti e integrazioni, ci sono indicate delle proposte concrete, appena accennate e ulteriormente sviluppabili, per realizzare le misure contenute.... Intanto acquisiamo il tuo contributo, Roberta e poi, se ne avremo modo, proveremo (con determinazione, mi piacerebbe poterlo garantire) a concretizzarle. D'accordissimo con Maria sul tema delle pensioni. Hai fatto bene a sollevarlo, per quanto un problema di pertinenza nazionale, più che regionale, ma delle cose occorre parlare e l'impegno della Regione è quello di portare ai tavoli nazionali anche le istanze che non ci si può nascondere siano una preoccupazione per i citadini e le cittadine che lavorano... La Regione può intervenire agevolando politiche di conciliazione e di flessibilità lavorativa dove richiesta e dove possibile, con progetti e misura dedicate... Su questo, considerando noi le politiche di genere un elemento trasversale, come è scritto nel preambolo di questo programma, a TUTTE le politiche regionali, l'impegno che ci sentiamo di prendere è che ogni politica attuata, avrà come indicatore per la sua attuabilità e la sua attuazione, la ricaduta sui generi... Questo è un mio "sogno" personale.... Mi piacerebbe realizzarlo, insieme a tutti e tutte voi!

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